Piccola
autobiografia di una vita da lettrice di una editor parigina. Il
lettore vi troverà elencati i vizi, le manie e le abitudini che
affliggono il bibliofilo. E, si delizierà con il capitolo sulla
nausea da lettura.
(Scoprire
questo libro quando ormai è fuori catalogo. Trovarlo
in biblioteca, per fortuna. Perché i “libri che parlano di altri
libri” non dovrebbero mai finire fuori catalogo. Sono libri che non
invecchiano, anzi ti mantengono sveglia e in allenamento, con
blocchetto alla mano per segnare titoli e prendere appunti. I
libri che parlano di altri libri non annoiano mai, anzi ti
sorprendono e Annie François lo fa con una lucida eleganza.)
“Non
voglio più leggere.
Tutti
questi personaggi, queste bestie, queste nuvole, queste tragedie,
questi paesaggi, queste avventure sordide o magnifiche mi soffocano.
Perché
questi giochetti di sostituzione, questi viaggi di carta, questi
surrogati di passione, di delitto? Voglio vivere. Sottrarmi alla
tirannia della loro finzione. [..] Da cosa scappo con tanta frenesia,
leggendo? Che cosa mi nascondo? Quale vuoto colmo? Quale incredibile
vacuità mi abita, dove turbinano nugoli di titoli approssimativi, di
nomi di autori sconciati, di frammenti di citazioni sbagliate, dove
rotolano meteore di indicazioni di opere da acquistare?
Basta.”
(E'
il colmo che io abbia trovato questo libro proprio in biblioteca.
Perché c'è un capitolo anche su di loro, i bibliotecari che Annie
mal sopporta. Citando Rimbaud, definisce i lettori “dei feticisti
che fanno la loro scelta maniacale nell'atmosfera intima dei settori
specializzati, consumando in una promiscuità di bordello [..] sotto
la sorveglianza dei seduti”. Provocazione o verità? A volte
bisogna saper riconoscere le proprie fissazioni, anche quelle da
lettore. Se come lei avete anche quella per il tabacco, potrebbe
interessarvi il suo “Il mondo in fumo”. Anche questo
fuori catalogo. La bella scrittura è andata in pensione, ormai.)