Michele Monina è riuscito a realizzare un mio grande sogno: una guida turistica che si legge come un romanzo, con tanto di liste di canzoni e libri di riferimento. Partito nel 2012 con l'intenzione di realizzare una collana dedicata all'Europa, il suo non è solo un reportage volto a raccogliere informazioni turistiche ma anche e soprattutto a raccontare l'aria che si respira negli anni della crisi economica. Ad accompagnarlo, la sua “tribù”: moglie e quattro bambini.
Caro
Michele,
devo
ammettere che nonostante i tuoi cinquantaquattro libri non ti
conoscevo.
Laurana Editore |
Non ti conoscevo neanche come critico musicale, sempre per colpa mia che raramente mi capita di leggere un articolo che parli di musica. Perché infondo come diceva il vecchio Frank, è come ballare di architettura, più che altro si parla di quello che la circonda e qui mi viene in mente il mitico Lester Bangs. Chissà se lo conosci quel film Almost famous, che parla di gruppi rock, localacci e di groupie, dai quello del <<Sono un dio dorato>>, dove Lester è interpretato da Philip Seymour Hoffman. Non puoi non averlo visto!
Se
dovessi fare una classifica alla Hornby di Alta fedeltà, del
tipo “I cinque migliori film recenti che parlano di musica”,
forse lo metterei al terzo posto subito dopo Acrosse the
Universe e I love Radio Rock.
Ma
non divaghiamo, anche perché in questo Michele, sei un maestro, il
tuo saggio/guida è pieno di “non potete perdervi Hyde Park, ma di
questo parleremo più avanti…” oppure “se volete fare un
esperienza mistico-culinaria aspettate di leggere il prossimo
capitolo”.
Ecco,
a parte questo la tua guida mi è piaciuta veramente tanto.
E’
perfetta per chi a Londra non è mai stato (tipo io, Michè),
per cui sono utili le informazioni su come muoversi già
dall’aeroporto. E per una come me, troppo pigra anche solo per
googlare, non sono affatto informazioni banali. Per non parlare degli
itinerari, si passa da quelli convenzionali a quelli più ricercati e
insoliti, anche se tu sei un poco poco fissato con Alan Moore,
lasciatelo dire.
Bella l’idea di dividere la guida in capitoli che hanno come filo conduttore le parti del corpo umano. Mi è piaciuto parecchio quello della pelle, per parlare dei posti legati alla passione e al divertimento, come Stonehenge e quella che sembra essere una chicca meravigliosa, Legoland!
Mi
hai un po’ deluso però nel capitolo “stomaco”, ecco io mi
sarei aspettata una sfilza di consigli su dove mangiare piatti
esotici o tipicamente english e invece, mi sono ritrovata al primo
posto dei cibi da non perdere il vecchio e unto fish and chips! Ma
tranquillo, ti sei ripreso alla grande nel capitolo “cuore”,
sulla gente del posto. In particolare parlando dei Chumleigh
multicultural garden, un posto davvero originale che non
conoscevo e che ci dovrebbe rendere pure un pochetto orgogliosi,
visto che ci ha lavorato anche un gruppo di architetti italiani.
Credo proprio che ora diventerai la mia guida di riferimento da
consultare prima di partire e intanto, vado a recuperare gli altri volumi del “Grand Tour de Force”.
See you later!
See you later!
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